Cappelli-spintoni-palla ovale.
A distinguere una squadra dall’altra non era il colore delle maglie ma quello dei cappelli, di flanella rossa o blu. La palla era una vescica di maiale gonfiata, ricoperta di tagli di pelle cuciti insieme. Dalla forma di un uovo, pesava circa 400 grammi(un po meno di quella attuale). Le porte erano due pali conficcati per terra e il terreno di gioco, per il quale non erano ancora fissate misure regolamentari, era delimitato da bandierine, non da striscie di gesso. Le mani potevano essere usate per spintonare gli avversari e colpire o spingere il pallone, ma non trattenerlo, con una eccezione: sul rinvio dei rivali, ciò che dava diritto ad un calcio libero, ma non a tirare in porta. Questa era l’unica occasione in cui la palla poteva volare in area: infatti tutti i passaggi dovevano avvenire rasoterra. Forse non proprio come quelle di oggi, ma era una partita di calcio. Di più: secondo la storia ufficiale del gioco più popolare, la prima partita di calcio. Addirittura un derby. Lo giocarono il 26 dicembre 1860, Sheffield Football Club e Hallam Football Club, nello stadio di Sandygate Road, a Crosspoll, un sobborgo di Sheffield, nel nord-est dell’Inghilterra. Nessun giornale ne ha riportato la cronaca, ma si sa che il campo era coperto di neve, che il risultato fu di 2-0 per lo Sheffield e che un gol lo segnò Nathaniel Creswick . All’epoca Creswick aveva 29 anni, faceva l’avvocato ed era maggiore del corpo volontario dei fucilieri dell’Hallamshire, che aveva contribuito a formare. Nel maggio 1857, Creswick comincia a discutere con William Prest, un suo amico, dalle necessità di regolamentare in qualche modo il gioco. Il 24 ottobre si riuniscono alla Parkfield House, una casetta al 118 di Alberson Road, e fondano lo Sheffield Football Club, la prima società calcistica al mondo. La stesura delle regole, completata nella primavera del 1858, non prevede la possibilità di toccare la palla con le mani(a parte il rinvio avversario). Ma la versione definitiva che viene data alle stampe è meno restrittiva e consente di usarle per colpirla o spingerla. In tutto sono 11 disposizioni, nelle quali non c’è traccia delle dimensioni del terreno di gioco o della distanza dei pali: in quest’ultimo caso si fanno decidere le squadre avversarie e la consuetudine sarà di piantarle nel terreno fra un minimo di 12 piedi(3.65 metri) e un massimo di 18(5.48 metri). Essendo lo Sheffield l’unica società in circolazione, non si potevano organizzare incontri. Così si giocava tra di loro dividendosi tra la prima parte dell’alfabeto(A-M) contro la seconda, professioni liberali contro manfatturieri e, naturalmente scapoli-ammogliati. Le sfide erano generalmente equilibrate, salvo nel primo caso, per qualche ragione, i giocatori migliori erano fra le lettere iniziali(con l’eccezione di Prest). Poi nel 1860 arrivando la seconda società,l’ Hallam, comincia la storia del calcio.
R.C.
redazione calcio giovanile sicilia
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