Il giovanissimo calciatore, giocava nella Polisportiva Voltana, campionato regionale in provincia di Ravenna, e alla fine dell’allenamento, ha cominciato a sentirsi male; allertati i dirigenti, prontamente chiamavano i soccorsi, e gli operatori del 118 intervenivano con tutte le manovre respiratorie, trasportando successivamente Rendy Tamaku Mbunga in ospedale, dove comunque, i medici non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita. Il giovane Rendy si era allenato senza problemi secondo quanto ricostruiscono gli addetti locali, il baby calciatore che giocava nel ruolo di difensore, nel pomeriggio di ieri si era regolarmente allenato coi compagni senza avere alcun particolare problema. Poi, dopo aver fatto la doccia, sarebbe andato presso una fontana situata a pochi metri dagli spogliatoi e in quel momento, stando al racconto dei compagni, avrebbe iniziato a stare male. La salma del ragazzino è ora sotto l’autorità giudiziaria che disporrà l’autopsia e gli accertamenti del caso. I funerali sono previsti per la prossima settimana, anche per dar modo ai parenti che si trovano in Angola di arrivare in Italia. Rendy giocava da due anni a Voltana, prima aveva giocato a Conselice. Conosciuto da tutti era un ragazzo socievole e ben inserito con i compagni, E come tutti i ragazzi della sua età, amava tantissimo giocare a calcio. Questo dramma riporta sempre alle visite mediche, praticare sport è importante per tutti, ma richiede perfette condizioni di salute. Il certificato medico agonistico è obbligatorio per praticare sport a livello agonistico e viene rilasciato da uno specialista di medicina sportiva. E’ considerato agonismo lo sport praticato da un tesserato che si allena regolarmente e partecipa alle gare di un circuito Regionale/Nazionale in una disciplina pur non facendolo di mestiere. Prevede, una serie di esami approfonditi per valutare l’idoneità dell’aspirante atleta a partecipare ad allenamenti e gare in modo continuativo. Tra questi esami ci sono la spirometria, l’elettrocardiogramma sotto sforzo, il test visivo e l’esame delle urine. Purtroppo, per molti ragazzi e spesso anche i genitori, la visita la prendono come una noiosa perdita di tempo, che ha l’unico scopo di ottenere “il certificato d’idoneità”, considerandolo il lasciapassare per iscriversi al campionato. Alla base del superficiale atteggiamento, vi è spesso la convinzione di essere stati sempre bene e di non avere nessun problema, soprattutto per i nostri giovani. Ma l’esperienza purtroppo ha insegnato, che esistono malattie che pur non provocando sintomi, sono ugualmente pericolose, potendo improvvisamente o lentamente aggravarsi con l’attività sportiva. Per fortuna sono rarissimi casi, ma possono essere scoperte proprio con “la visita” medico sportiva, ben fatta.
rociprì