Campionato: la ripresa decisa dai protocolli dei medici

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Il Vicepresidente AIC Umberto Calcagno, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Tutti convocati” su Radio 24, riguardo i decisivi prossimi incontri al Governo e tra FIGC e Comitato Tecnico-Scientifico, ha evidenziato che << Al di là dell’evolversi della situazione di queste ore, la sensazione è che dovremo provare a convivere col virus e il nostro mondo può tentare di fare i primi passi verso una ripresa. Naturalmente con le giuste soluzioni e le adeguate precauzioni per farlo in sicurezza: dobbiamo affidarci ai medici e ai loro protocolli, ma dobbiamo tentare di farlo perché non possiamo oltremodo bloccare atleti professionisti che, nonostante in queste settimane si siano arrangiati allenandosi a casa sotto le direttive delle rispettive società, hanno la necessità di mantenere la loro forma atletica tornando materialmente sul campo>>.

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<< Ricominciare non significa a tutti i costi>> – ha proseguito, << Abbiamo bisogno di chi ci dica con chiarezza se possiamo riprendere in questa fase, per quello servono i protocolli medici, per ricominciare in sicurezza. I protocolli naturalmente devono essere rispettati da tutti: ci sono società che formalmente non stanno convocando i calciatori lasciando loro la facoltà di allenarsi, ma ci dobbiamo rendere conto che, per parità competitiva, nessuno si deve avvantaggiare della situazione, ma devono ripartire tutti nello stesso modo.

Oggettivamente non occorre essere avvocati per capire che convocare i calciatori su base volontaria è una forzatura, anche perché non mi risulta che ci sia giocatore che si rifiuti di rispettare le indicazioni della società. Mi auguro che questo tema non diventi oggetto di contenzioso, perché se il calcio finisce nei tribunali significa che non abbiamo capito il momento particolare del nostro Paese. Il sistema calcio deve farsi trovare pronto se il Governo e la Commissione medica daranno il loro parere positivo alla riapertura, se poi ad ogni piccolo step ci saranno dei retropensieri sul fatto che i calciatori devono essere o meno pagati, allora siamo completamente fuori strada>>.

Continua Calcagno, << Domani tra FIGC e Commissione Tecnico-Scientifico del Governo ci aspettiamo un incontro di grande collaborazione fra due entità che ci auguriamo non siano una contro l’altra. Abbiamo una grandissima responsabilità di sistema perché far ripartire la Serie A è di fondamentale importanza: la massima serie crea un importantissimo indotto economico, non solo verso l’esterno a livello di Pil del Paese, ma anche verso l’interno dello stesso sistema calcio, generando ricchezza anche per le serie minori, dove ci sono le categorie di calciatori con gli stipendi più bassi. Il 70 % dei tesserati in Lega Pro è sotto i 50mila euro lordi annui, e far ripartire la Serie A è una forma di responsabilità verso tutti quei ragazzi e ragazze, anche dilettanti, che vivono di calcio. Non possono essere proprio le categorie più deboli a pagare il prezzo più alto di questa situazione.

Dobbiamo anche scommettere sui miglioramenti circa la curva epidemiologica – ha concluso – e sulle novità che potranno arrivare dal mondo scientifico a livello di soluzioni mediche: tra qualche settimana forse ci potranno essere mezzi diversi per uscire dal problema, vorrebbe dire che il nostro Paese si avvia verso una decisa ripresa a tutti i livelli>>.

AIC

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