Conte lavora per il futuro del calcio italiano: per la prima volta un Ct alla guida dell’Under 15
Per oltre un’ora i ragazzi dell’Under 15, un gruppo di 32 calciatori che rappresentano il meglio dei talenti nazionali classe 2000, hanno così avuto modo di allenarsi attraverso alcune esercitazioni tecniche proposte dal Ct ad un ritmo mai visto a livello giovanile, quell’alta intensità in allenamento che secondo Conte è uno dei punti fondamentali per riportare il calcio italiano al livello che gli compete.
E’ stata una vera e propria lezione di calcio, una sorta di compendio tecnico da trasmettere alla base del sistema: per l’occasione il Ct aveva convocato gli allenatori delle formazioni Primavera e Allievi dei club di Serie A e Serie B, i rispettivi preparatori atletici ed i responsabili dell’attività giovanile, i responsabili delle selezioni della Lega Pro e della Lega Nazionale Dilettanti, oltre 150 protagonisti che quotidianamente sono impegnati a lavorare sui talenti futuri del nostro calcio. Un’occasione che nessuno di loro si è fatto sfuggire: prima in aula e poi in tribuna, tutti i tecnici presenti, tra i quali molti ex calciatori, si sono appuntati i concetti, hanno abbozzato le esercitazioni, o hanno ripreso con tablet e smartphone quello che Conte e il suo staff mettevano in pratica sul campo n°.1 del Centro Tecnico. Una serie di esercizi per migliorare la tecnica nelle fasi dinamiche di gioco, simulare situazioni di uno contro uno, imparare a finalizzare il possesso palla alla fase offensiva, allenandosi ad alta intensità, cioè al massimo dello sforzo possibile per l’atleta, come avviene nei principali paesi europei.
Concetti che Conte ha già provveduto nei mesi scorsi a trasmettere a tutti i tecnici del Club Italia, presenti ieri a Coverciano: sviluppando il lavoro già avviato da Sacchi negli anni scorsi, infatti, il Ct ha imposto alle Nazionali Giovanili la stessa filosofia di calcio della Nazionale A, basata su due punte che giocano vicine tra loro e due esterni offensivi in grado di affrontare l’uno contro uno.
Alla fine, tutti sono tornati a casa con un semplice ma fondamentale concetto: oggi più che mai è necessario ricominciare a trasmettere ai ragazzi la cultura del lavoro, insistendo sull’adattamento alla fatica, aumentando la quantità e la qualità degli allenamenti, recuperando quelle abitudini e quelle caratteristiche sulle quali il calcio italiano ha costruito in passato i suoi successi, a livello di Nazionale e di club.
“Attraverso le esercitazioni mostrate – ha commentato Conte al termine della lezione – abbiamo dato dei suggerimenti per migliorare la tecnica in velocità, in situazioni molto simili a quelle che avvengono in partita; per riabituare i calciatori a provare l’uno contro uno che purtroppo è un atteggiamento che stiamo perdendo; per allenare il possesso, la trasmissione e la ricezione della palla, l’occupazione dello spazio. Ma il concetto fondamentale è capire che spesso non si allena dal punto di vista metabolico. Speriamo di aver fatto capire quali allenamenti con la palla sono allenanti a livello fisico e quali allenano altre situazioni”. “Degli altri modelli – ha concluso il Ct – prendiamo le cose migliori, ma non disperdiamo la nostra identità. Noi siamo un popolo che ha fatto del sacrificio e del sudore la sua grande forza”.
Questo incontro, che è il naturale proseguimento delle riunioni delle scorse settimane con i tecnici di Serie A e Serie B, rappresenta uno dei punti fondamentali nel programma della Federcalcio e nella visione che Conte, Commissario Tecnico e Coordinatore di tutte le Nazionali Giovanili, ha dato al suo ruolo: rapportarsi a tutte le realtà del calcio italiano per favorire lo sviluppo del sistema calcistico, stimolare la base con i giusti input per tornare a vincere.
Non sappiamo cosa sarà passato nella testa di quei 32 ragazzi durante un’ora di allenamento a ritmi mai visti, ma la loro faccia al rientro negli spogliatoi, quando Conte li ha attesi uno per uno per stringergli la mano, non riusciva a nascondere la soddisfazione e l’emozione per essere stati all’altezza del compito. Credendo in questi ragazzi e lavorando duro, il futuro del nostro calcio può essere sicuramente roseo.