Calcio: non si può convivere col Coronavirus

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In un intervento su radio Kiss Kiss di Napoli, il Vicepresidente dell’associazione Calciatori Calcagno, ha dato risalto all’attuale momento del calcio nazionale: << Non voglio immaginare che ci sia avversione verso lo sport più importante in Italia, credo sia mancata un po’ di compattezza riguardo alla ripartenza. Questo ha creato confusione. Adesso Leghe e FIGC sono compatte ed il ministro Spadafora lo sa. La nostra Associazione si è affidata ai medici, il nostro sistema deve farsi trovare pronto quando ci sarà uno spiraglio. Per ora stanno ripartendo gli allenamenti singoli. Stiamo ripartendo lentamente così come il nostro Paese. Mi preoccupa il fatto che la comunità scientifica parli di convivenza con il virus; dovremo capire come potrà farlo il calcio anche nelle sue dimensioni più piccole. 

Ripartire sarebbe un segnale importante e il nostro sistema deve fare tutto il possibile per ripartire, se non si potrà allora alzeremo le mani. Nella stesura degli ultimi protocolli non ci hanno coinvolti – ha chiarito – ma molte osservazioni da noi rivolte poi alla fine sono stati accolte. Adesso l’ultima criticità sono i ritiri collettivi che speriamo di risolvere. 

I calciatori vogliono giocare, bisognerebbe evitare però le strumentalizzazioni. Vogliamo tornare alla normalità, però non a tutti i costi. Poi ognuno ha la sua personale percezione del pericolo, noi invece abbiamo la responsabilità delle decisioni. Ci siamo abituati a non innamorarci delle date – ha continuato Calcagno – dobbiamo pensare ai passaggi successivi fin da adesso per non correre il rischio di renderci conto che a livello organizzativo certe situazioni non sono percorribili. Dobbiamo, in buona sostanza, ragionare adesso per evitare intoppi futuro>>. 

Fonte: AIC