All’apertura della stagione sportiva 2015-16, pensando oggi, con la testa al prossimo campionato, la introduciamo con il nostro commento e del Presidente Regionale, Santino Lo Presti.
Sicuro, tante cose non vanno nella nostra Sicilia, tra le meno “importanti” le strade e autostrade che crollano e non ci permettono elementari spostamenti tra le nostre città, i furti di rame che ci lasciano al buio nelle gallerie procurando disagi e incidenti, turisti che ci trovano sempre meno preparati preferendo altre mete; adesso anche il calcio siciliano ci spiazza e ci condanna. Non sono qui per parlare di ciò che non è nostro “interesse”, ma per portare il filo conduttore ai nostri Giovani, Voi Giovani, che siete il nostro argomento e patrimonio, il nostro e vostro futuro. Ciò per esprimere anche il pensiero su cosa accade oggi nel mondo calcio, pensando ai Giovani, che fra non molto avranno la testa ai raduni e al calcio giocato, come noi nella pubblicazione dei gironi e dei campionati.
Il Presidente del Comitato Regionale Santino Lo Presti nei giorni scorsi ha aperto l’anno sportivo 2015-16, esponendo il proprio pensiero, che noi condividiamo e apprezziamo, considerando il momento difficile del nostro mondo calcio; riportiamo alcune frasi, che dette dal nostro massimo esponente calcistico, ci danno un po’ di fiducia, soprattutto se mantenute, e noi speriamo al proposito preso. Inizia con il pensiero sul calcio generale e dilettantistico in particolare a quello siciliano.
“Oggi il Calcio corre, il Calcio ha fretta, il Calcio non si ferma davanti a niente. Gli è stata montata una macchina attorno, ed i suoi valori sembrano perdersi dietro a gestioni imprenditoriali, talvolta mal condotte, dietro al giro di denaro dei diritti televisivi, che non fanno altro che tenere le persone fuori dagli stadi, davanti alla televisione spesso in solitudine e in silenzio, senza il senso di condivisione, di passione, che sono i veri motori di questo sport.
Occorre infondere e diffondere la cultura sportiva che prevede tra i risultati possibili la” non vittoria” e non il successo sempre e a tutti i costi, ma occorre anche insegnare e agire correttamente perché i bambini imitano. Basta andare allo stadio e ci si accorge di come ogni gesto dei genitori venga subito ripetuto, così come ogni gesto o azione nella vita quotidiana. Il Calcio ha bisogno di essere ripensato. Occorre sviluppare progetti di coesione sociale, di valorizzazione dei vivai, di educazione allo sport nelle scuole, creare collaborazioni con realtà non profit locali e collegarsi al contesto territoriale. Occorre, in sintesi, integrare la responsabilità etica dentro gli obiettivi della società sportiva, offrendo al contempo alle società strumenti di facilitazione di questi processi. Bisogna allenare i ragazzi a saper affrontare le difficoltà, perché possano risolverle. Si può rischiare nella vita, si può perdere, ma si deve andare avanti, rialzarsi e riprendere la corsa. L’errore non deve essere visto solo come qualcosa di negativo, ma anche di positivo. Sbagliare è progredire; la vita, come la competizione, procede per problemi e per errori, ma alla fine la prestazione sarà migliore. Allenare i ragazzi a superare gli errori significa irrobustirli caratterialmente, in modo da renderli in grado di affrontare le inevitabili situazioni difficili che si presenteranno nella loro vita. Obiettivo di ogni sana educazione è far sì che i ragazzi acquisiscano quella forza interiore per rimettersi in gioco, per non lasciarsi andare alla disperazione. E’ necessario un nuovo patto tra le varie agenzie educative. L’allenatore ed il genitore debbono stringere un’ alleanza educativa. Oggi la vera emergenza è questa. L’allenatore è vincente “ se educa”, contrariamente al passato quando si affermava che l’allenatore era vincente se privilegiava il primato dei risultati sulle esigenze della squadra, sulle esigenze degli allievi. Educare allo sport è educare alla lealtà, al Fair Play che è una regola non scritta in nessun regolamento, ma che sta alla base di ogni sport: è il rispetto dell’altro, compagno, allenatore o arbitro che sia, e si apprende nel gruppo.Lo sport, e quindi anche il Calcio, consente non solo di esprimere emozioni forti legate al successo e alla sconfitta, ma soprattutto di manifestare le proprie passioni all’interno di un gruppo, di inserirsi e crescere in un contesto sociale sano che ciascuno degli attori, giocatori, dirigenti, allenatori, tifosi ed arbitri, deve contribuire a costruire grazie al proprio impegno e al proprio sforzo personale. Questo è il Calcio che vorrei e il mio impegno, momento dopo momento, giorno dopo giorno, sarà tutto dedicato a costruire un patto tra tutti gli attori che la domenica vogliono offrire alle famiglie uno spettacolo bellissimo, senza ansia e timori che un gioco possa trasformarsi in rissa o peggio in tragedia. Alleniamoci allora ad essere persone imperfette perché,se ci alleniamo alla perfezione, il suo mancato raggiungimento genererà ansia e frustrazione. Questa è la meta dove vorrei che andasse il Calcio ed in particolare il Calcio Dilettantistico della Sicilia. che, anche per quest’anno, ha raggiunto il negativo primato di regione con il più alto numero di aggressioni in campo agli arbitri. Io non posso fermarmi alla sola constatazione di questo primato negativo, ma attiverò incontri per confrontarci, per trovare strategie formative che rasserenino questo clima di sospetti continui, spesso creati per giustificare scelte tecniche e strategie societarie sbagliate di cui non si ha il coraggio di assumersi le responsabilità. Tutto questo, però, da soli non possiamo riuscire a farlo, abbiamo bisogno delle istituzioni a cui chiediamo di porre attenzione a questo mondo che trasmette valori come la solidarietà, la socializzazione, il rispetto delle regole, sostituendosi in questo alle stesse istituzioni.” Conclude il Presidente Lo Presti,” non chiediamo soldi, ma strutture dove i nostri giovani, i nostri figli, i nostri nipoti possano fare sport in sicurezza, in ambienti sani per crescere e dare un contributo a questa martoriata terra che è la nostra e da cui non vogliamo andare via”.
Quindi Giovani, il dato è uno; il calcio è al limite, i dirigenti non sembrano in grado di invertire la rotta e gli interessi economici prevalgono su tutto. Mi auguro che qualcosa grazie alla vostra collaborazione possa cambiare questa situazione che tende puntualmente a ripetersi, perchè il calcio e il vostro futuro, devono essere puliti.
Rosario Ciprì
redazione calcio giovanile sicilia
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